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Una vendetta malese
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Libro electrónico37 páginas26 minutos

Una vendetta malese

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Il capitano Parodi, un vecchio marinaio italiano, dopo anni trascorsi per mare intende capitalizzare la propria fortuna in un’isola malese dell’oceano Indiano, a Balambangan. Raggira abilmente il rajah locale, schiavizza gli abitanti e si arricchisce colonizzando le rigogliose piantagioni di gomma. Sposa una ragazza dayaca del posto, ma il matrimonio scatena la violenta ribellione della popolazione, soprattutto quella di Padanga, spasimante della giovane deciso a vendicare il proprio amore e l’onore della propria gente. Parodi, rimasto accerchiato, cerca aiuto.
IdiomaEspañol
Fecha de lanzamiento6 jun 2017
ISBN9788832950533
Una vendetta malese

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    Una vendetta malese - Emilio Salgari

    Emilio Salgari

    Una vendetta malese

    UNA VENDETTA MALESE

    EMILIO SALGARI

    ISBN 978-88-3295-053-3

    Wikibook

    edizione digitale

    giugno 2017

    www.wikibook.it

    ISBN: 978-88-3295-053-3

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    UNA VENDETTA MALESE

    UNA VENDETTA MALESE

    Dopo d'aver lasciato Bombay due mesi prima, il Risoluto era riuscito finalmente ad avvistare le imponenti coste del Borneo settentrionale.

    Il viaggio era stato pessimo, sempre sotto acquazzoni diluviali alternati da eccessivi calori, sicchè viveri e provviste d'acqua non si sapeva più che cosa fossero.

    Per un vero miracolo lo scorbuto aveva risparmiato l'equipaggio.

    Dovevamo andare all'isola di Balambangan, una delle più pittoresche del Canal Principal, quasi tutta proprietà d'un vecchio capitano genovese il quale, appunto perchè genovese, doveva chiamarsi Parodi.

    Ritiratosi dal mare con una bella fortuna nelle mani, che si sussurrava avesse guadagnata nella tratta degli schiavi gialli e malesi, aveva assegnato al rajah dell'isola una pensione e senz'altro si era impadronito delle terre. Uomo di larghe vedute, di grande energia, pieno di mille risorse, in tre anni di quella piccola terra ne aveva fatto un vero paradiso, dove raccoglieva gomma e canne d'India in quantità enormi.

    Quando nel 1876 l'avevo visitato per una combinazione di affari, il suo regno pullulava di schiavi cinesi, dayaki ed anche malesi.

    Il genovese assicurava che erano perfettamente liberi, ma non era da crederci.

    Dopo qualche anno quell'uomo, malgrado i suoi cinquantadue anni, aveva avuto la malinconia di sposare una bellissima giovanetta dayaka, che era stata lungamente corteggiata dai principali isolani.

    Non so il perchè, quel fatto aveva gettato un profondo malumore fra i suoi sudditi, anzi mi avevano riferito che una sera avevano perfino tentato di sorprenderlo e di accopparlo.

    La nostra mèta era dunque Balambangan dove dovevamo fermarci a vuotare i magazzini del fortunato piantatore, ma un piccolo tifone ci aveva sorpresi di fronte all'isola Balabac, e ci aveva costretti a rifugiarci in quell'ampia e comoda baia più che in fretta e con un albero di meno.

    Per una ventina di giorni non avremmo potuto salpare le áncore e spiegare nuovamente le vele, quindi mandai una scialuppa all'amico Parodi per rassicurarlo sulla mia sorte

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