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Anastasio Quiroga Pastore di Capre: Tradizioni e Usanze della Quebrada de Humahuaca
Anastasio Quiroga Pastore di Capre: Tradizioni e Usanze della Quebrada de Humahuaca
Anastasio Quiroga Pastore di Capre: Tradizioni e Usanze della Quebrada de Humahuaca
Libro electrónico158 páginas1 hora

Anastasio Quiroga Pastore di Capre: Tradizioni e Usanze della Quebrada de Humahuaca

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"L'opera presentata da Edgardo Miller è una raccolta basata sul suo lavoro di giornalista. Così, come un baqueano che conosce il rumore della ghiaia e la polvere delle strade, traccia un itinerario che non ha altra pretesa se non quella di raccogliere la vita narrata di Anastasio Quiroga per consegnarla ai suoi lettori. Questa è né più né meno la sua intenzione. Ed è per questo che, dalla semplice narrazione, basata su resoconti, citazioni, ricerca di alcuni momenti singolari della vita del creatore andino che sembra volere poco più che essere sentito mentre cavalca per il mondo, come chi monta a cavallo e porta con sé la sua memoria per condividerla, riesce a farci sentire profondamente il significato dell'uomo che ci rappresenta. Non più nel mestizaje americano in cui ci troviamo, ma nell'America come totalità storica ed esistenziale. Miller riesce a condurci attraverso Anastasio verso l'America viva che è la nostra madre terra, quella che ha creato e ricreato noi che, tramite i nostri antenati, siamo arrivati da altri continenti. E ci comunica che questa America ci fa suoi nella presenza unica di quest'uomo attraversato dai venti e dalla musica delle Ande" (Alejandro Tarruella).
IdiomaEspañol
Fecha de lanzamiento20 abr 2023
ISBN9789874826671
Anastasio Quiroga Pastore di Capre: Tradizioni e Usanze della Quebrada de Humahuaca

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    Anastasio Quiroga Pastore di Capre - Edgardo Miller

    Cubierta

    Edgardo Miller

    Con la collaborazione di Leda Valladares

    Anastasio Quiroga

    Pastore di Capre

    Tradizioni e Usanze della Quebrada de Humahuaca

    Prologo Alejandro Tarruella

    Foto Ernesto Monteavaro

    Traduzione Giulia Battistoni

    Gattari Benítez, Ricardo Humberto

    Anastasio Quiroga : Pastore di capre / Ricardo Humberto Gattari Benítez. - 1a ed adaptada. - Ciudad Autónoma de Buenos Aires : Muiños de Vento, 2023.

    Libro digital, EPUB

    Archivo Digital: descarga y online

    Traducción de: Giulia Battistoni.

    ISBN 978-987-48266-7-1

    1. Biografías. I. Battistoni, Giulia , trad. II. Título.

    CDD 910

    Progetto di Integrazione: La Música y la Cultura del Hombre Americano

    Fotografie: Ernesto Monteavaro / Daniela Haman – Victoria Bianchi – Andrea Fruttero

    Correzione: Andrea Melamud

    Disegno di copertina: Tamara Herraiz

    Tutti i diritti riservati

    Prima edizione: Febbraio 2021

    Edizione in formato digitale: maggio 2023

    Conversione in formato digitale: Numerikes

    ISBN XXXXXXX

    Non è permessa la riproduzione totale o parziale, la conservazione o noleggio, la trasmissione o la trasformazione di questo libro, in qualsiasi forma o attraverso qualsiasi mezzo, sia elettronico o meccanico, mediante fotocopie, digitalizzazione o altri metodi, senza previa autorizzazione e scritto dell’editore. La violazione è punibile dalle leggi 11.723 e 25.446 della Repubblica Argentina.

    PROLOGO

    Edgardo Miller e una rivelazione nella sua testimonianza su Anastasio Quiroga

    ALEJANDRO C. TARRUELLA

    Mai, nel corso della sua vita, il musicista originario di Jujuy Anastadio Quiroga ha preteso di essere meglio degli altri. Era talmente piantato nella propria esistenza, che non aveva bisogno di parole accattivanti, di grandi discorsi né di accademismi. Era fugace come quel refolo di vento che lo trasportava. Il suo sapere era in parte quella sensazione di essere, cantare per vivere, non dimenticare ciò che i suoi antenati gli lasciarono: lì si trovava una delle chiavi della sua esistenza: il rispetto per l’altro, per gli altri, per la natura e la cultura che lo conteneva.

    E succede qualcosa di strano in questo libro, Anastasio Quiroga. Pastore di Capre, che ha realizzato con la collaborazione di Leda Valladares. Sembra che l’autore abbia percepito quei fiumi profumati per i quali provò un apprezzamento che si sostiene nella propria esperienza di vita. Perché l’opera che presenta Edgardo Miller è un’elaborazione basata sul suo lavoro di giornalista. Così, come un ranger che conosce il suono delle strade sterrate e la polvere dei sentieri, traccia un percorso che ha il solo scopo di ripercorrere la vita narrata di Anastasio Quiroga per trasmetterla ai suoi lettori. La sua intenzione non è nientemeno. E per questo, dal semplice racconto, sostenuto negli articoli, negli incontri, ricerca certi momenti singolari della vita dell’autore andino, e sembra volere che il suo vagare per il mondo sia rilevante come chi cavalca un asino e porta i suoi ricordi per condividerli, riuscendo a far sentire a fondo il significato di uomo che ci rappresenta. Non più nel meticciato americano in cui ci siamo proiettati, bensì dall’America come totalità storica ed esperienziale. Miller riesce a portarci attraverso Anastasio nell’America viva che è la nostra terra madre, colei che ci ha creati e ci ha resi quelli di oggi, partendo dai nostri antenati provenienti da altri continenti. E ci comunica che quell’America ci rende suoi nella presenza unica di quell’uomo attraversato dal vento e dalla musica delle Ande.

    Miller richiama alla memoria Rodolfo Kusch, il filosofo con il quale possiamo trattare una nuova dimensione dell’America, quella che Amelia Podetti fa risplendere nell’affermare che è proprio l’America, il posto nel mondo in cui si conferma l’universo. Kusch ha investigato sul musicista, poeta, pellegrino che scese dalla Quebrada de Humahuaca, e disse che "... don Anastasio è un pujllay, gioviale, loquace e sempre corretto. Non finge mai di rispondere alle domande, al contrario aggira la risposta diretta e preferisce utilizzare un aforisma, un proverbio o una storia con la quale comunica tutto ciò che realmente pensa... E scoprì che così non deve affrontare niente, semplicemente fa in modo di aggirare gli ostacoli, superarli ed individuare le scorciatoie attraverso cui raggiungere un nuovo posto in cui ci siamo noi che conduciamo la nostra vita. Ed afferma che Anastasio ritiene che il rispetto serve per essere disciplinati, organizzati, sensati, prudenti, buoni amici, tenere in considerazione il vero ed unico amore, e sapendo distinguere fra l’amore falso e il vero amore. Per me il vero amore nasce dal rispetto, poi ci sono molti amori. ... ci sono molti amori, ma nessuno è autentico. L’unico autentico è quello che nasce dal rispetto. Quello è l’unico che in realtà può essere durevole dall’inizio alla fine, per questo io direi all’umanità, non solamente alla gente della mia città, del mio Paese, come ho detto altrove: Fate morire o scomparire il rispetto e la vita sarà un mare immenso, sangue e lacrime! Che siano gli studiosi ad analizzarlo se non ci credete".

    Come gli antichi poeti latini, Catullo, Orazio o Marziale, Anastasio non intende lasciare nel suo cammino una verità rivelata, si rivolge alle parole semplici che tessono i piccoli paesi nel loro telaio di assenza. Utilizza un aforisma, un epigramma e a volte ricorda Orazio quando lo avvertiva: L’importante non è vivere ma navigare, un modo di dire che un viaggio spoglio, forse trasportato dai venti e dalle parole che si dicono, è più tollerabile che un vivere appesantito dalle certezze. Forse la sua musica, che è venuta al mondo durante i suoi viaggi, che ha fatto risplendere con i suoi strumenti andini e che ha avuto compagni di viaggio come la famosa creatrice e cantante Leda Valladares, è parte di quel detto senza altra pretesa se non quella di convivere.

    E Kusch, dopo averlo ascoltato, riconosce che tale rispetto di origine ancestrale è tradizione nell’America dei nostri avi. E questa notizia filosofica, che porta gioia e la speranza di individuare una parola per trovare una strada, nasce da un giornale, creato con la conoscenza di uno scrittore che conosce la trama dei successi che si rincorrono con un microfono ed una telecamera dove non sembrerebbe possibile che uno possa arrivare ad imbattersi con una rivelazione del genere. E tale successo, il rinnovarsi per passare da un lavoro ad un altro al quale uno si rivolge senza pensare mai che potesse raggiungere una conoscenza semplice, gli appartiene. Di conseguenza, i suoi reportage, attraversare il Paese per conoscere i protagonisti dell’opera, indagare fra gli archivi per trovare quelle note giornalistiche che altrimenti sarebbero andate perse, vanno a formare una passione che non si dà tregua e che trova in se stessa una sorta di missione segreta che oggi possiamo scoprire. Allo stesso modo quando Miller, dagli schermi, viaggiando per il Paese o il mondo, nel mezzo della pace o della guerra, avvistava un conflitto e riportava una narrazione attenta dei fatti e dei rischi con cui conviveva.

    In giorni così difficili, fatti di avversità collettive in un mondo tormentato dalla pandemia, imbattersi in lavori di tale portata che ci permettono di conoscere, avvicinarci ad una personalità come quella di Anastasio Quiroga, ha un valore molto importante. E ciò accade in un libro composto in un certo modo, come un pezzo cinematografico la cui struttura si integra con diverse testimonianze, fra cui risalta quella di Leda Valladares, la ricerca di tratti del pensiero di Rodolfo Kusch, attraverso i quali ci ritroviamo ad affrontare un senso di responsabilità e di impegno. E, come ha lasciato scritto il filosofo, En una Argentina intelectualizada, caótica, empapelada con toda clase de teorías y posiciones políticas, (Anastasio) tiene el valor de todo un símbolo¹.

    Dirà Anastasio che fecero parte della sua vita il rumore degli animali, i cinguettii degli uccelli, il tremore della terra che scricchiola, grida e sussurri, i lampi e la loro musica inquietante, che fanno parte della vita della natura nella quale siamo immersi. E proponeva quindi il canto per vivere, respirare meglio, rispettarci, concederci salute affinché ogni alba fosse l’annuncio di una rinascita nell’apprezzamento dell’universo e del prossimo, nella quotidiana convivenza. Ovviamente con tali testimonianze, Miller ci fornisce inoltre informazioni di come essere migliori se lo vogliamo, così come lo facciamo quando respiriamo l’ossigeno che ci offre la natura. Così potremo far parte di un mondo che ci vuole migliori. Senza rispetto, non vi è giustizia, diceva Anastasio con la sua musica commovente, che è ciò che condivide Miller. Anastasio, l’artigiano che produceva i suoi tegami, i suoi strumenti, il suo rancho, colui che dipingeva e componeva musica nella proposta di utilizzarla non come una certezza ma come un dono per vivere, ci illumina. Un altro originario di Jujuy, il poeta Ernesto Aguirre aveva scritto con semplici parole nel suo poema El carpintero: Ese hombre tiene nostalgias de pájaro/ por reso trabaja silbando². Un aforisma si direbbe, in un senso simile a quello che proponeva Anastasio, colui che oggi, in questo libro per il quale si è prodigato Edgardo Miller, abbiamo l’occasione di conoscere. Conoscere, e mi permetto di consigliare, condividere. Non ho alcun dubbio che quella fu la sua intenzione davanti alle parole con le quali ha tracciato questo cammino. E lo celebro invitando a leggere la sua opera.

    INTRODUZIONE

    Questo è un progetto che ho posticipato a lungo. L’idea di scrivere questo libro mi venne nel 1990, poco dopo avere intervistato Anastasio Quiroga nella Feria Internacional del Libro. È stata Leda Valladares a darmi la spinta finale per buttarmi nell’avventura di scrivere riguardo la vita del Pastore id capre.

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